Pubblicità politica su radio e TV: la Corte accoglie il ricorso di CH Media

Secondo una sentenza del Tribunale amministrativo federale, le emittenti televisive private Tele Züri, 3+, 4+ e 5+ non hanno violato il divieto di pubblicità politica alla radio e alla TV.

Il 26 agosto 2022, CH Media ha dichiarato di essere soddisfatta della sentenza, ma si è chiesta perché la pubblicità politica sia vietata alla radio e alla TV, mentre è consentita su tutti gli altri media.

Dall'11 al 18 agosto 2020, le emittenti televisive CH Media Tele Züri, 3+, 4+ e 5+ hanno trasmesso più volte uno spot pubblicitario per conto di un'organizzazione apparentemente senza scopo di lucro, che mostrava una ragazza che correva attraverso prati verdi, una città e un lago in un paesaggio montano. La ragazza elogiava la bellezza della natura e invitava gli spettatori a proteggere il paesaggio. La statua finale recava la scritta "Per la protezione del paesaggio e della cultura della Svizzera".

Dal 18 agosto 2020 è stato pubblicato su Internet un filmato, la cui prima parte conteneva in gran parte le stesse immagini dello spot televisivo e la seconda parte era integrata da nuove immagini e dichiarazioni. Alla fine del filmato online, è stata fatta una raccomandazione per il referendum del 17 settembre 2020 "Per un'immigrazione moderata (iniziativa di limitazione)". L'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) ha successivamente indagato su questo spot televisivo, riscontrando una violazione del divieto di pubblicità politica in TV prima dei referendum. CH Media ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo federale contro la decisione. A causa del filmato online, che è stato mostrato sui social media e altrove, l'UFCOM non ha nemmeno preso provvedimenti, in quanto la pubblicità politica è consentita su media diversi da radio e TV.

La Corte non rileva alcuna violazione

Nella sua sentenza, il Tribunale amministrativo federale ha stabilito che il filmato online, pubblicato su Internet il 18 agosto dopo la trasmissione dello spot televisivo, non era soggetto al divieto di pubblicità politica prima dei referendum ai sensi della legge federale sulla radio e la televisione (RTVA). Inoltre, lo spot televisivo non aveva alcun legame riconoscibile con l'iniziativa di limitazione o con un argomento correlato, il che significava che non poteva essere riconosciuto come pubblicità politica vietata al momento della trasmissione televisiva. Infine, secondo il tribunale, non è stato possibile per l'emittente stabilire che lo spot televisivo facesse parte di una campagna elettorale crossmediale prima di pubblicare il filmato online. CH Media è soddisfatta della sentenza e si vede confermare che non ha violato la legge applicabile nel caso in questione.

La regolamentazione della pubblicità politica deve essere messa in discussione

L'attuale sentenza è un motivo per CH Media di avviare una discussione su quali media consentono la pubblicità politica e quali no. "La pubblicità politica è vietata in TV e alla radio, ma è consentita negli altri media. Questo è strano e incomprensibile, soprattutto perché le piattaforme internet come i social network o i motori di ricerca non conoscono quasi nessuna regola in materia di pubblicità politica", afferma Anne Peigné de Beaucé, responsabile degli affari pubblici di CH Media e direttrice dell'Associazione svizzera delle televisioni private (VSPF).

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