Il Consiglio della stampa rimprovera la Handelszeitung: fare i nomi è sbagliato

L'iscrizione obbligatoria nel registro delle imprese non è un passo volontario verso il pubblico, avverte il Consiglio della stampa. Esso rimprovera alla Handelszeitung di aver violato la privacy di un venditore di azioni nominato.

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Il Handelszeitung ha riportato online il 9 dicembre 2016 le indagini della Procura di Zugo sul presunto finanziamento fraudolento della start-up farmaceutica fallita "Amvac". I venditori di azioni avevano sottratto denaro agli investitori come commissioni. Dei nove venditori indagati per sospetta frode, il giornale economico ne nomina due.

Uno di loro si è rivolto al Consiglio svizzero della stampa per lottare contro questo reportage identificativo. Il Handelszeitung Contrordine: chi è iscritto nel pubblico registro delle imprese come unico membro del consiglio di amministrazione di una società per azioni non può invocare la tutela della propria privacy.

Il Consiglio della stampa respinge questa argomentazione. L'iscrizione nel registro commerciale di diritto pubblico è un'iscrizione obbligatoria per legge. I redattori non possono seriamente interpretarla come un passo volontario verso il dominio pubblico. Secondo le linee guida del Consiglio della stampa, i professionisti dei media devono rispettare la privacy delle persone, a meno che l'interesse pubblico non richieda il contrario. Per mettere in guardia i potenziali investitori dai presunti truffatori, sarebbe stato sufficiente citare i nomi delle società. E riferire che il pubblico ministero sta ora indagando anche sui loro proprietari.

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