Il Consiglio degli Stati non vuole utilizzare le tasse per la promozione della stampa

Il tetto massimo del canone SRG a 1,2 miliardi di franchi non dovrebbe essere sancito per legge. Inoltre, i media regionali e locali non dovrebbero essere sovvenzionati dal canone radiotelevisivo. Una mozione corrispondente del Consiglio degli Stati è stata ritirata.

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La proposta del Consigliere di Stato friburghese Beat Vonlanthen voleva limitare ulteriormente la SSR in termini di pubblicità e di offerte online per rafforzare la diversità dei media. Vonlanthen ha ora ritirato la sua mozione. È stato convinto dalle argomentazioni del ministro dei Media Doris Leuthard. Secondo quest'ultima, la maggior parte delle preoccupazioni sarà esaminata nel quadro della legge sui media. Tuttavia, secondo la consigliera federale, non esiste una base costituzionale per il finanziamento indiretto della stampa dal piatto del canone. Nella sua dichiarazione, la Leuthard ha anche sottolineato che la SSR non è responsabile del calo degli introiti pubblicitari della stampa. Questi confluirebbero nelle grandi piattaforme all'estero.

Attendere la nuova legge sui media

Anche la proposta di Géraldine Savary (SP/VD), deputata del Cantone di Vaud, non è stata accolta. La deputata voleva commissionare un ulteriore rapporto sul sostegno finanziario dell'agenzia Keystone-SDA. Secondo la deputata, i tagli al personale dell'agenzia "mettono ancora una volta a repentaglio la diversità dei media, l'indipendenza e, in ultima analisi, l'intera professione giornalistica". Savary ha tuttavia ritirato il suo postulato. Si è detta soddisfatta della risposta del Consiglio federale, secondo cui la creazione di una base giuridica a sostegno delle agenzie di stampa sarà esaminata nell'ambito della stesura della nuova legge sui media elettronici. Il progetto di consultazione sarà presentato a breve.

Prologo al dibattito vero e proprio

Il dibattito di quasi un'ora al Consiglio degli Stati ha dato un'anticipazione di questo progetto legislativo. I vari oratori non si sono concentrati sulle proposte all'ordine del giorno, ma hanno tracciato il terreno della politica dei media. Ancora una volta è emerso chiaramente quanto siano distanti le idee dei vari schieramenti politici. La questione centrale è fino a che punto lo Stato debba interferire nei processi aziendali privati. La sinistra è favorevole a contrastare almeno in parte la crisi dei media con fondi federali, mentre il centro-destra vuole restarne fuori per la maggior parte. (SDA)

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