Le radio private chiedono al Consiglio federale 12 milioni di aiuti di emergenza

Le radio private svizzere stanno lanciando l'allarme sulla crisi di Corona. Poiché gli ordini di pubblicità vengono cancellati con breve preavviso, c'è il rischio che si verifichino problemi di liquidità e perdite di reddito. Per questo motivo chiedono al Consiglio federale un contributo immediato di dodici milioni di franchi.

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I mesi di marzo, aprile e maggio sono molto importanti dal punto di vista commerciale per le radio private svizzere, ha annunciato martedì l'Associazione delle Radio Private Svizzere. In questo periodo, infatti, si svolgono numerosi eventi di rilevanza pubblicitaria, come esposizioni di auto e mobili, fiere di primavera, promozioni turistiche e concerti.

Tradizionalmente, per questi programmi viene prenotata una grande quantità di pubblicità radiofonica. A causa delle numerose cancellazioni, questi fondi pubblicitari verrebbero a mancare per le radio private. Queste cancellazioni a breve termine minaccerebbero "fondamentalmente" l'esistenza delle radio private, si legge nel comunicato.

Per questo motivo chiedono al Consiglio federale un contributo immediato di dodici milioni di franchi dalla riserva di fluttuazione esistente. Tale somma è già stata assegnata all'Ufficio federale delle comunicazioni Bakom. Secondo la comunicazione, la riserva ammonta a 34 milioni di franchi per il 2020.

Ogni emittente dovrebbe ricevere un importo uguale con cui mantenere i propri programmi in base al mandato di prestazione. Il servizio regionale è di grande importanza per la popolazione nell'attuale crisi. Se la crisi dovesse durare più a lungo, l'associazione si riserva il diritto di presentare ulteriori richieste al governo federale. (SDA)

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