Il Corriere del Ticino e il Giornale del Popolo interrompono la collaborazione

Dopo 14 anni di collaborazione, dal 2018 le strade del Giornale del Popolo (GdP) e del Corriere del Ticino si separeranno. L'editore del GdP, Mons. Valerio Lazzeri, aveva addotto come motivo della separazione, tra l'altro, visioni diverse del futuro.

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Il caporedattore del Giornale del Popolo, Gregorio Schira, ha dichiarato martedì a SDA che la collaborazione esiste dal 2004, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità e alcuni contenuti editoriali. Ad esempio, il suo giornale ha ottenuto dal Corriere del Ticino servizi per lo sport e la giustizia.

Il cattolico Giornale del Popolo vuole stare in piedi da solo a partire dal prossimo anno. Secondo Schira, le divergenze di opinione sono emerse nel corso delle trattative con il Corriere del Ticino per una nuova partnership.

Divorziare invece di tagliare i posti di lavoro?

In particolare, ha detto Schira, al Corriere è stato chiesto di tagliare il personale di redazione. Attualmente il giornale impiega circa 30 giornalisti. Nel 2004, il Giornale del Popolo era stato salvato dal fallimento grazie ai fondi della Fondazione Corriere. Fu poi l'editore e proprietario del GdP, Mons. Valerio Lazzeri, a decidere di interrompere la collaborazione.

Secondo Schira, non sono previste altre collaborazioni - ad esempio con il quotidiano La Regione - per il futuro. Il Giornale del Popolo riceve fondi dalla Curia ticinese attraverso le fondazioni. Questo si riflette in parte anche nell'orientamento editoriale: sotto la rubrica "Catholica" il giornale si occupa regolarmente di temi legati alla fede.

Corriere: Non c'è posto per tre

Il presidente della Fondazione Corriere del Ticino, Fabio Soldati, ha scritto in un commento sul suo giornale di martedì che, sebbene il Corriere sia sempre stato vicino al GdP, in futuro non ci sarà posto per tre quotidiani nel mercato ticinese.

Sarebbe stato il momento di "cambiare la struttura del Giornale del Popolo". Ma poiché il giornale vuole continuare come prima, non gli resta che augurare il meglio per il futuro, ha detto Soldati.

Il direttore de La Regione, Matteo Caratti, ha ricordato nel suo commento di martedì che il Corriere del Ticino aveva finora potuto approfittare della collaborazione nel mercato pubblicitario perché aveva complessivamente il maggior numero di lettori. Il Giornale del Popolo, invece, aveva deciso di prescriversi una dieta invece di lasciarsela dettare da altri, ha detto Caratti. (SDA)

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