Ecco quanto è "accogliente" il mondo dei media svizzeri

È stato il termine della serata: il mondo dei media svizzeri - sia nel campo del giornalismo che in quello delle pubbliche relazioni - rifugge dal confronto, si mette un po' in secondo piano rispetto a tutte le parti in causa ed è, tutto sommato, "un po' coccolone".

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Il termine "coccolone" è stato coniato da Markus Wiegand, caporedattore di "Schweizer Journalisten" dal 2005 al 2015, in occasione del Communication Summit di quest'anno a Zurigo, organizzato dalla Zurich PR Society (ZPRG) e dalla Zurich Press Association (ZPV).

L'ex giornalista del "Financial Times" Haig Simonian aveva già toccato note simili nel suo discorso di apertura, anche se in modo piuttosto britannico e riservato. L'industria svizzera delle PR è in gran parte frammentata e quindi poco efficace. I grandi uffici internazionali sono piuttosto assenti e le numerose maschere individuali farebbero bene a fondersi in agenzie potenti e professionali. Anche il giornalismo svizzero è "un po' lento", il che rende il futuro difficile in vista delle due grandi sfide della globalizzazione e della digitalizzazione, ha avvertito.

La scena svizzera, tuttavia, non è in cima alla lista quando si parla di "intimità", come ci ha raccontato Gerlinde Manz-Christ tra il divertimento generale. All'epoca, in qualità di responsabile dei media del governo del Liechtenstein, le fu affidato il compito di scrivere un'intervista a tutta pagina con il presidente del governo per un giornale locale - in altre parole, di inventarla dall'inizio alla fine - proprio all'inizio del suo periodo di lavoro.

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Sembra altrettanto strano che l'ex caporedattore del "Blick" Ralph Grosse-Bley ricordi che doveva far rileggere tutte le dichiarazioni, soprattutto dei politici. Sebbene anche in Germania si tenti di farlo, se un interlocutore esagera, può anche accadere che la richiesta non venga presa in considerazione. Haig Simonian ha potuto solo scuotere la testa: Questo non è affatto comune in Inghilterra. L'odierna diplomatica d'affari Gerlinde Manz-Christ è stata un po' meno dura e ha fatto notare che non otterrebbe nulla se spingesse le persone oltre il dovuto.

La vivace e stimolante discussione condotta dal presentatore televisivo Reto Lipp ("Eco") dal titolo "Comunicazione Svizzera - Lo sguardo esterno" ha messo in evidenza che il mondo della comunicazione è cambiato profondamente negli ultimi dodici anni e continuerà a cambiare rapidamente. Tutti devono adattarsi a questa situazione se vogliono continuare ad avere qualcosa da dire. "Il tempo della carta stampata è finito", ha detto Ralph Grosse-Bley, ma tutti hanno concordato sul fatto che i giornalisti continueranno a essere necessari per inserire gli eventi in un contesto più ampio, con qualsiasi mezzo di comunicazione. (ZPV)

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