"I contribuenti non vogliono sovvenzionare case editrici come Tamedia".

Il direttore generale della SRG Roger de Weck spiega in un'intervista alla NZZ am Sonntag, tra le altre cose, come prevede la collaborazione con gli editori.

Per quanto riguarda la questione se il servizio pubblico non possa essere finanziato con costi inferiori, Roger de Weck ci ricorda, come nell'ultimo "Medien-Club", che la SRG in Svizzera, con le sue quattro lingue nazionali, deve fare uno sforzo finanziario sproporzionato. Ad esempio, la ZDF ha a disposizione il 40% di fondi in più per la televisione monolingue rispetto alla SRG per la radio e la televisione in quattro lingue. Inoltre, a causa degli elevati costi fissi delle trasmissioni, una riduzione dei 24 canali non avrebbe un grande effetto.

Il Direttore generale della SSR ritiene importante rendere giustizia al cambiamento dei media. Vuole sviluppare offerte audiovisive specifiche per Internet che interagiscano con i canali. A titolo di esempio, cita il Radio fai da teche permette di comporre il proprio programma a partire dai contenuti dei vari canali radiofonici della SRG tramite un'app.

//vimeo.com/99031310

Per quanto riguarda il conflitto con i media sulla concorrenza a pagamento su Internet, de Weck spiega di aver fatto un'"offerta allettante" agli editori: i giornali sarebbero autorizzati a incorporare i video della SSR sui loro siti web in cambio di una quota degli introiti pubblicitari. "Per i giornali più piccoli si tratterebbe di contributi minimi, per i giornali più grandi di contributi moderati", ha detto de Weck. Questo sarebbe appropriato, ha detto, perché i pagatori del canone non vorrebbero sovvenzionare aziende mediatiche come Tamedia con un ritorno del 15%. Il servizio pubblico è gratuito per l'uso privato, ma non per quello commerciale. In generale si è detto contrario all'idea di vendere i servizi giornalistici. In risposta alla richiesta degli editori di far pagare alla SRG il servizio Internet, de Weck ha detto che il Blick e 20 Minuten hanno più visitatori della SRF. E, a quanto gli risulta, la SRF non renderebbe la vita più difficile alla NZZ. Tuttavia, continuano a concentrarsi sui contenuti audiovisivi e "non perdono un secondo per fare giornali".

Il buon giornalismo non può essere industrializzato

La proposta di Avenir Suisse di trasformare la SSR in un "fornitore di contenuti" (Werbewoche.ch riporta), de Weck risponde da un lato che il buon giornalismo non può essere industrializzato. D'altra parte, con questo modello scomparirebbe l'unico canale svizzero competitivo. Le emittenti private non sarebbero mai in grado di colmare questa lacuna, poiché le costose produzioni audiovisive nella piccola Svizzera sono un'attività in perdita. La SRG ha la massa critica per poter competere con i fornitori stranieri. Inoltre, la SSR contribuisce alla diversità dei media, poiché altrimenti ci sarebbe una sola casa mediatica che offre audio nella Svizzera francese, a Berna o nei Grigioni. (hae/NZZaS)

Immagine: Keystone
 

Altri articoli sull'argomento