Amnesty denuncia le restrizioni alla libertà di espressione in Turchia

L'organizzazione per i diritti umani Amnesty International AI ha denunciato le restrizioni alla libertà di espressione in Turchia. Nonostante le riforme legali degli ultimi anni, la libertà di espressione continua a essere fortemente limitata.

Centinaia di attivisti politici, giornalisti, scrittori e avvocati sono stati accusati o sono in carcere in Turchia per aver espresso opinioni indesiderate, secondo un rapporto presentato da Amnesty a Istanbul mercoledì. Amnesty ha chiesto al Parlamento di Ankara di allineare le leggi turche agli standard internazionali sui diritti umani e di proteggere la libertà di espressione. "Diversi reati penali, di cui si abusa per reprimere il dissenso, sono ancora in vigore nonostante le promesse di riforma degli ultimi anni", ha dichiarato Amke Dietert, esperto di Turchia per Amnesty International in Germania.

Abuso delle leggi antiterrorismo

Il rapporto di AI elenca numerosi esempi. Inoltre, Amnesty analizza dieci reati penali che vengono utilizzati con particolare frequenza contro i rappresentanti di opinioni impopolari. Tra questi, alcuni paragrafi della legge antiterrorismo turca. "Negli ultimi anni, la legge antiterrorismo è stata sempre più utilizzata per perseguire discorsi politici, scritti critici e partecipazione a manifestazioni", ha dichiarato Dietert. Questo vale, ad esempio, per i rapporti con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK.

Per quanto riguarda i negoziati di pace in corso tra il PKK e il governo turco, Dietert ha affermato che il rispetto della libertà di espressione è un importante prerequisito per il successo dei negoziati di pace. Una riforma fondamentale che porti alla piena libertà di espressione, associazione e riunione è un passo essenziale per una Turchia pacifica e democratica. (SDA)
 

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