La piattaforma online X cita in giudizio i critici dopo la fuga degli inserzionisti

La piattaforma online X di Elon Musk ha citato in giudizio gli autori di un rapporto critico che la scorsa settimana ha spaventato importanti inserzionisti come IBM, Apple e Disney.

Immagine: Alexander Shatov; Unsplash.

Il successore di Twitter accusa l'organizzazione Media Matters for America di aver deliberatamente manipolato gli annunci di note aziende per farli apparire insieme a post nazisti e dichiarazioni antisemite. Il capo di Media Matters, Angelo Carusone, ha risposto che la sua organizzazione continua a sostenere il rapporto e non vede l'ora di vincere in tribunale.

Nella causa, X sostiene che Media Matters ha creato artificialmente una situazione in cui gli annunci apparivano insieme a post con contenuti estremisti, ad esempio attraverso una selezione mirata dei profili e un frequente aggiornamento degli annunci. Tuttavia, l'organizzazione ha nascosto questo fatto, dando così l'impressione di aver scoperto gli abbinamenti. In precedenti accuse simili da parte di Media Matters, gli annunci di aziende note potevano essere trovati accanto a contenuti estremisti anche per altri utenti, senza alcuna manipolazione.

Pubblicità accanto a contenuti che incitano all'odio

Le aziende e le organizzazioni hanno solo un'influenza limitata sulla scelta dei post a cui affiancare la propria pubblicità. Gli annunci vengono visualizzati in base a gruppi di età, aree specifiche o interessi degli utenti. Per evitare un ambiente negativo per i loro marchi, gli inserzionisti fanno particolare affidamento sul fatto che X tenga costantemente fuori dalla piattaforma i discorsi d'odio, o perlomeno non inserisca pubblicità accanto ad essi. Altrimenti, un utente potrebbe scorrere un account estremista e vedersi mostrare pubblicità basate sui suoi interessi abituali.

Anche altri servizi online hanno avuto problemi simili con i loro clienti pubblicitari in passato, ad esempio la piattaforma video YouTube di Google. All'epoca, il servizio aveva rafforzato la supervisione dei contenuti per riconquistare i clienti pubblicitari. X ha sede a San Francisco e ufficialmente in Nevada, ma Musk ha intentato la causa in Texas, uno Stato in cui il governo e gran parte della popolazione hanno opinioni molto conservatrici. Contemporaneamente, il procuratore generale del Texas Ken Paxton, noto sostenitore delle idee politiche di destra, ha avviato un'indagine su Media Matters.

Non solo la SpaceX, l'azienda aerospaziale di Musk, è attiva in Texas, ma ha anche fatto trasferire lì dalla California la sede del produttore di auto elettriche Tesla, da lui diretto. (sda)

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